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La nostra storia – Anni 70
LA NOSTRA SCUOLA COMPIE 50 ANNI
pubblicazione del 2014 in occasione del cinquantenario dell'istituto
ANNI ‘70
Questi sono anni di grandi cambiamenti che seguono la corrente sessantottina e anche la “Monterisi” risente nel suo piccolo di tutto ciò.
Nella formazione delle classi dell’anno scolastico 1970/71, infatti, per la prima volta viene istituita una classe mista: la prima M, con 15 ragazzi e 10 ragazze.
Questa novità è di sicuro rilevante nell’ambito dell’organizzazione della scuola, consentendo tra l’altro ai fratelli di sesso diverso di poter frequentare la stessa sezione ed utilizzare gli stessi libri di testo.
La scuola si apre ad un numero considerevole di attività e svolge interventi di “doposcuola – libere attività complementari” finalizzate ad offrire ulteriori servizi alle famiglie e ad arricchire le opportunità di crescita degli alunni. Con queste “attività creative” si lascia spazio ai ragazzi di sperimentare nuove strade sia per apprendimenti diversi da quelli previsti nei programmi ministeriali, sia per rendere più interessanti i contenuti scolastici delle ore mattutine. Da un documento dell’ottobre 1971 apprendiamo che, in orario pomeridiano, ben trecentoventisei alunni della “Monterisi” seguono insegnamenti di educazione stradale, poesia classica e contemporanea, aeromodellismo, pittura, biblioteca e archivistica, ceramica, chimica, abbigliamento femminile, dizione e fotografia.
Nel corso degli anni Settanta aumenta considerevolmente il numero dei nuovi iscritti.
Il signor Angelo Lasaponara ci racconta che per iscrivere la figlia presso la Scuola “Monterisi” fu costretto a mettersi in coda già dalla prime ore dell’alba.
Avvalorano le sue parole quelle del professor Saverio Ascolese, la cui testimonianza è riportata nella parte finale del testo, e quelle della signora Teresa Sorrentino, proprietaria di una pizzeria ubicata di fronte alla scuola, che ci riferisce di come le ore d’attesa dei genitori trascorressero tra una chiacchiera, una pizzetta e una protesta sul diritto allo studio dei ragazzi.
Su tale argomento è interessante la testimonianza di un’ex docente:
“LA SCUOLA MONTERISI ERA LA PREFERITA DAI GENITORI”
Negli anni ’70 nel quartiere Pastena si costruì molto. Vi erano tre scuole elementari e tre medie, ma tra queste ultime la “Monterisi” era preferita dai genitori per edilizia e qualità d’insegnamento. Per poter iscrivere con sicurezza i figli ai corsi preferiti, i genitori si organizzavano e facevano la fila sul marciapiede anche per l’intera notte per aspettare l’apertura della Segreteria.
Il Preside in quegli anni era Giovanni Iuorio; egli aveva un desiderio: far costruire nella palestra una piscina ad uso degli alunni e del quartiere. Diceva: – Come in Inghilterra, come in un college americano! – Era sorridente e fiero. Un male veloce lo portò via.
Ricordo che una volta mandarono dal Comune di Salerno qualche albero da piantare nel cortile per la festa degli alberi. Quando arrivò l’assessore comunale, la preside Scorzelli fece scendere gli alunni in cortile per la cerimonia. Gli operai incaricati scavarono delle buche nella pista di salto in lungo perché lì il terreno era morbido e vi piantarono gli alberi. La delusione dei ragazzi, che si vedevano privati della loro pista, fu grande, si levò un coro di disapprovazione ma gli alberi rimasero lì.
Maria Michelina Masucci Ventre
Varie sono le attività della scuola che apre anche alle necessità dei lavoratori e per essi istituisce appositi corsi d’istruzione. Dai documenti della scuola si evince che nell’anno 1976/77 sono attivi ben quattro corsi per lavoratori, di cui racconta una docente di quegli anni:
RIFLESSIONI SUI CORSI SERALI PER LAVORATORI
Ricordo gli anni trascorsi in qualità di insegnante di lettere nei corsi serali per lavoratori con estremo piacere. Gli inizi sono stati difficili perché condizionati dai pareri negativi dei colleghi che avevano operato nel settore e dal comportamento non sempre corretto dei corsisti, provenienti da ambienti sociali alquanto problematici.
Era evidente la necessità di introdurre percorsi didattici flessibili e personalizzati per avvicinarmi agli interessi e alle attitudini di ogni elemento e favorirne il processo di apprendimento. Di certo non era facile realizzare tutto ciò, perché le difficoltà di un adulto nel riprendere il suo percorso formativo sono notevoli, lo stile di apprendimento è estremamente diverso da quello di un adolescente e i tempi da dedicare allo studio sono frammentati dagli impegni familiari o lavorativi. A tutto ciò si aggiungeva la grande varietà dei soggetti su cui operavo: dal disoccupato al cassintegrato, dalla casalinga allo studente-lavoratore, dall’adolescente problematico e scarsamente interessato alle attività scolastiche all’adulto desideroso di recuperare i contenuti culturali dimenticati.
I percorsi didattici scelti si sono protratti per anni trasformandosi in normale routine, fino a quando sono stati introdotti dei corsi collaterali, come il laboratorio di ceramica e il laboratorio di informatica. Questa scelta ha determinato una svolta notevole apportando nuova linfa alle consuete attività. Come era bello osservare l’entusiasmo di corsisti che accedevano alla sala computer! Un universo nuovo si apriva ai loro occhi e la speranza di imparare ad operare sui nuovi mezzi di comunicazione, che avrebbero consentito future possibilità lavorative, li sollecitava ad applicarsi. Un analogo entusiasmo animava i corsisti impegnati nel laboratorio di ceramica. Era straordinario osservare le loro mani sporche di argilla che manipolavano la nuda materia nel tentativo di creare un oggetto, forse non bello, ma unico perché personale. Questi erano i momenti più belli in quanto favorivano scambi di battute, piccole confidenze e progetti per un futuro migliore. L’atmosfera rilassante facilitava la conversazione tra docenti e corsisti che, posso garantire, non sempre era facile o piacevole.
L’atteggiamento più giusto per un docente era quello di liberarsi dalle consuete austerità e riservatezza per avvicinarsi con umiltà e soprattutto con umanità a questo universo di individui così vario. Bisognava essere psicologo, attento ascoltatore, consigliere, assistente sociale, padre, madre, confidente… Occorreva stimare per essere stimato, rispettare per essere rispettato.
Io penso, nell’arco dei sedici anni di esperienza vissuti in tale ambiente, di essere riuscita a realizzare tutto ciò. La conferma deriva dall’affetto e dalla simpatia che ancora oggi, a distanza di anni, mi dimostrano i miei ex alunni quando ci incontriamo occasionalmente.
Adele Liotti
Con i Decreti Delegati, nel 1975 la componente genitori entra nella gestione della scuola, da cui scaturisce l’istituzione del Consiglio d’Istituto il cui parere diventa vincolante in tutte le decisioni.
In un verbale della Giunta esecutiva del Consiglio d’Istituto del 21 marzo 1977 leggiamo una pagina di pedagogia ancora oggi attuale, che riporta le parole dell’allora Preside Giovanni Iuorio il quale sottolinea l’importanza di costruire “una scuola più rispondente alle istanze sociali”.
Le sue considerazioni hanno l’intento di richiedere all’Assessorato della Pubblica Istruzione della Regione Campania contributi per l’acquisto di materiali necessari per l’animazione del dopo scuola, in vista anche dell’avviamento di classi a tempo pieno per l’anno scolastico 1977/78.